Mele, cipolle, carote, limoni, meloni, zucchine, cetrioli, melanzane, cavolfiori, broccoli, ma anche sedano, mango, avocado, ecc.
Molti di questi prodotti fanno parte delle nostre abitudini alimentari, eppure in futuro potremmo non trovare più sugli scaffali tutta questa scelta.
Più dell’85% delle piante sulla terra hanno bisogno delle api e degli impollinatori per sopravvivere. Il declino della popolazione di questi insetti indica ormai da diversi anni la necessità di un’inversione di tendenza.
Nel 2013 Whole Foods (rivenditore di alimenti biologici) ha lanciato una campagna di sensibilizzazione proprio sul declino della popolazione degli insetti impollinatori.
Sugli scaffali veniva prima mostrato l’intero assortimento, poi venivano rimossi i prodotti di cui possiamo disporre solo grazie al servizio dei pronubi.
Ecco la differenza del banco ortofrutta con e senza l’aiuto dei pronubi. Credito: Campagna Whole foods
Vennero rimossi 237 prodotti su 453, cioè più della metà.
Se pensate che questa sia una visione un po’ troppo pessimistica, purtroppo mi trovo costretto a smentirvi.
In Cina un mix di inquinamento e deforestazione, unito all’utilizzo improprio di fertilizzanti e pesticidi, ha portato alla scomparsa della quasi totalità di questi insetti; ciò mi porta a parlarvi di un’altra conseguenza, ovvero del prezzo che potremmo dover pagare in un mondo senza impollinatori.
Nel nord della Cina, per porre rimedio alla carenza di pronubi, è addirittura nata la professione di “uomo-ape”: una persona che si arrampica sugli alberi ed impollina a mano (utilizzando una specie di cotton fioc) ogni singolo fiore della pianta, applicando del polline raccolto (sempre a mano) da altre persone.
Il lavoro completamente gratuito ed efficiente che un tempo era svolto dagli insetti impollinatori, viene oggi imitato molto male, sfruttando manodopera sottopagata.
Per fare un rapido paragone: se un “uomo-ape” impollina circa 20 alberi al giorno, uno sciame ne può impollinare fino a 200.
Un’altra conseguenza della scomparsa dei pronubi possiamo intuirla se pensiamo a come viene estratto il polline dai fiori di pomodoro.
È stato osservato che il polline dei fiori di pomodoro viene estratto solo dai bombi e da pochi altri apoidei con una tecnica molto curiosa: i bombi si aggrappano al fiore e lo scuotono facendo vibrare i muscoli del volo ad una particolare frequenza (che corrisponde a quella della nota musicale DO).
Solo a questa frequenza il fiore rilascia una cascata di polline che investe completamente gli insetti. Per simulare tale comportamento, l’uomo ha ideato un vero e proprio “vibratore”, col quale scuote un singolo fiore alla volta. Lascio a voi giudicare l’efficacia e l’ironia in tutto questo.
Ma per quale motivo gli insetti impollinatori sono in declino? E che cosa possiamo fare per aiutarli?
Ci sono diverse cose che possiamo fare, anche piccole, ma che possono avere un forte impatto positivo per la sopravvivenza e, perché no, la proliferazione di questi utilissimi insetti. Ma di questo parlerò nei prossimi articoli!
A presto!
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A presto!
Luca
Riferimenti:
apiedinudinelgiardino
E’ pazzesco e mi rende davvero triste leggere queste notizie. Milioni di anni di evoluzione cancellati da menti dominate dal solo pensiero del profitto
Gli apicoltori sfruttano le api? - Vitamina bee - Miele e dintorni
[…] Se è anche vero che il miele (almeno al giorno d’oggi) non è un prodotto essenziale alla nutrizione umana, non si può certo dire lo stesso di tutta la frutta e la verdura che mangiamo quotidianamente grazie al lavoro delle api. (Per maggiori info leggi l’articolo: conseguenze della scomparsa degli impollinatori). […]
Renato
La scomparsa degli impollinatori
L’operazione degli “impollinatori” (api, acqua, vento, ecc.) quanto è importante nella produzione di frutta per la nutrizione umana? Voglio dire; con tutta la produzione industrializzata e coltivazione “pilotata” (in serra e..altro) gestita quasi totalmente dall’uomo. In quale percentuale, oggi, è ancora indispensabile l’impollinazione da parte degli insetti?
Se ne parla ( si scrive) molto poco di questa problematica oppure “magia” della natura. Poca divulgazione e conoscenza specie nelle nuove generazioni.
Grazie
Luca
Si dice che circa un morso su tre di ciò che mangiamo venga garantito dal lavoro degli insetti impollinatori, si tratta di un dato piuttosto generico, per cui abbiamo realizzato un video proprio su questo immaginando di dover realizzare una semplice pasta al pesto senza poter contare sul lavoro di impollinazione delle api.
Se ti va di vederlo puoi trovarlo sul nostro canale youtube.
Le nostre tavole in un mondo senza impollinatori non sarebbero di certo vuote, ma ne andremmo a perdere moltissimo in varietà e in gusto.
La mancata impollinazione va ad impattare non solo sulle specie vegetali, ma anche (di riflesso) sull’allevamento animale, in quanto molti foraggi di qualità possono dare il massimo solo in concomitanza col lavoro degli impollinatori.
Se calano le produzioni delle foraggere, i prezzi si alzano e di conseguenza aumentano anche i costi delle carni e dei prodotti animali come latte e derivati. Ed in ogni caso il sapore anche di questi prodotti risulterebbe diverso da com’è ora.
Non dimentichiamo poi che gli impollinatori garantiscono anche la biodiversità delle specie vegetali selvatiche che, pur non essendo di interesse economico per l’uomo, sono estremamente importanti per l’ecosistema.