Già da alcuni anni circola la voce che sia possibile produrre un miele monoflora dalla pianta di canapa, vediamo quindi di sfatare subito il mito: non è possibile produrre miele di canapa. In questo articolo vedremo perché.

Abbiamo parlato di questo articolo sul nostro podcast, clicca qui per sentirlo!

Ed anche in quest’altro video, buona visione!

 

Prima cerchiamo di capire che cosa fare per non farci fregare soldi:

Il miele a livello legislativo è classificato come: prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che esse bottinano, trasformano, combinano con sostanze specifiche proprie, immagazzinano e lasciano maturare nei favi dell’alveare” (direttiva CEE 22 luglio 1974).

Tutte le altre varianti, come ad esempio il miele con nocciole, mandorle, cioccolato, o altre aggiunte (inclusi semi o altre parti della canapa) non possono essere definite miele, in quanto non si tratta più di un prodotto estratto nella sua forma naturale, bensì si parla di preparato alimentare; ad es: “preparazione alimentare a base di nocciole e miele”, “preparato a base di cioccolato con miele”, etc. nello specifico:

Il decreto legislativo 179/04, di attuazione della direttiva 2001/110/CE, vieta l’aggiunta al miele, immesso sul mercato in quanto tale o utilizzato in prodotti destinati al consumo umano, qualsiasi ingrediente alimentare, ivi compresi gli additivi, e l’effettuazione di qualsiasi altra aggiunta se non di miele (art. 4). Sulla base di tale principio, preparati ad esempio a base di nocciole e miele, non possono riportare in etichetta il termine “miele”, ma un nome di fantasia e/o “Preparazione alimentare a base di miele e nocciole” (con le relative %).

Perché tutte queste noiose definizioni? Perché servono a farci capire se ciò che stiamo comprando è miele autentico, raccolto dalle api e poi estratto dai favi così com’è, o se sono stati aggiunti in seguito altri ingredienti (come spesso avviene ad esempio per mieli con infusione di canapa o con l’aggiunta di semi di canapa).

Spesso amici e conoscenti mi inviano link ad articoli o pagine web in cui viene presentato in maniera più o meno ambigua del presunto miele di canapa. In questi casi ciò che possiamo fare per non farci fregare è leggere l’etichetta e saper disginguere fra MIELE e PREPARATO ALIMENTARE.

Vi dico già quindi che se vogliamo assaggiare un prodotto con miele e canapa, per non farci infinocchiare, dobbiamo orientarci sui preparati alimentari.

barattolo miele canapa millefiori

La denominazione in etichetta “Miele di fiori” sta ad indicare che stiamo acquistando un millefiori. Non lasciamoci fuorviare dal fatto che in etichetta sia riportata per ben 4 volte la parola CANAPA!

 

Per capirci, vi faccio subito un esempio. In questo articolo viene utilizzata nel titolo la terminologia Miele di canapa quando invece sull’etichetta del prodotto di cui si parla leggiamo chiaramente Miele di fiori (cioè millefiori). Ciò che trovo ambiguo da parte dei produttori in questo caso, è ad esempio la scritta “frutto dei campi di canapa“; questo a mio avviso può indurre un consumatore poco informato sul mondo delle api a pensare che si tratti effettivamente di un miele di canapa.

Non è mia intenzione mettere in dubbio la bontà del prodotto (che fra l’altro non ho provato), la mia obiezione è legata al marketing alimentare, sapientemente utilizzato per far leva sulla scarsa conoscenza del prodotto miele.

La prova lampante del meccanismo in atto è il prezzo di vendita: 12 € per 500 grammi di miele millefiori non bio.

Risultati di ricerca del Miele di canapa

Primi risultati di ricerca su Google. Quando poi entriamo nella pagina del prodotto “miele di canapa” viene magicamente sostituito da “miele di fiori”

 

Andando ad aprire poi la pagina del prodotto in vendita, i produttori specificano che:

le api hanno pascolato per tutto il campo, nel vicino girasole e anche nei fiori di prato. Ne è risultato un otimo millefiori con il pregio di contenere una piccola (il massimo che si potesse ottenere) parte di canapa.

Direi che la frase risulta piuttosto esplicativa. Che significa a livello quantitativo “il massimo che si potesse ottenere“?

Poi continuano con:

Si tratta di un miele buono e naturale con il pregio e la fortuna di essere il frutto del campo di canapa.

Non si può certo definire un “miele alla Canapa”, le caratteristiche non lo consentono, comunque è uno dei tanti esperimenti fatti con una coltivazione di canapa che migliora di anno in anno

Anche qui, che cosa si intende per “frutto del campo di canapa“? Vi svelo un piccolo segreto che diventerà un po’ il mantra di questo articolo.

 

La canapa non produce nettare!

Questo comunque è solamente un esempio, in rete si trovano diversi articoli di imprenditori agricoli, chef, o apicoltori (alcuni disinformati, altri semplicemente furbi) che si cimentano o dichiarano di volersi cimentare nella produzione del miele di canapa.

Il business della canapa sembra far gola a tutti, abbiamo infatti anche qualche notizia dall’estero. Sempre sul sito canapaindustriale.it possiamo leggere cose da far accaponare la pelle, tenetevi forte:

In Francia c’è un uomo che è diventato celebre proprio per essere riuscito a far produrre alle proprie api un miele prodotto con la resina di cannabis, chiamato Cannahoney. Nicolas Trainerbees, questo il suo soprannome, amante della natura e degli animali, da anni osserva il comportamento di api ed altri insetti, riuscendo ad addomesticarle e portarle a farle ciò che lui desidera. “Ho addomesticato le api per far fare loro molte cose, come ad esempio raccogliere lo zucchero dai frutti, invece di utilizzare i fiori”, aveva ad esempio spiegato in passato, puntualizzando di aver messo a punto “una tecnica di allenamento con la quale le api raccolgono la resina e la utilizzano nell’alveare”.

Vi tolgo subito ogni dubbio: trattasi di boiate clamorose.

Vediamo perché:

  • Miele prodotto con la resina? La resina raccolta dalle piante viene trasformata in propoli, non in miele! Le api non utilizzano la propoli come nutrimento, bensì come sigillante e disinfettante per l’interno dell’arnia.
  • La canapa è una pianta che, scusate se mi ripeto, NON produce nettare. Se non produce nettare con cosa viene prodotto questo “CannaHoney”?
  • Si sente parlare spesso del polline. Ebbene come forse già saprete, esistono piante che per l’impollinazione si affidano al lavoro degli insetti (definite entomofile) e piante che invece per l’impollinazione si affidano al vento (le cosiddette anemofile). Ecco, la canapa è una pianta anemofila.
Nicolas Trainerbees

Foto che circola in rete di questo presunto “Nicolas Trainerbees”

 

Se ipoteticamente mettessimo degli alveari nel bel mezzo di un campo sconfinato di sola canapa, questi non riuscirebbero a trovare il nutrimento necessario alla sopravvivenza. In poche parole, le api mantenute su vaste monocolture di canapa andrebbero nutrite con acqua e zucchero e comunque avrebbero forti carenze alimentari per via della scarsa qualità del polline.

Nick French della Colorado Hemp Honey tentò questa strada già parecchi anni fa. Dopo vari tentativi decise di gettare la spugna nel 2015, decretando che il miele di canapa non era producibile. Dato che per produrre miele occorre abbondanza di nettare, le api si trovano a dover cercare costantemente altrove fonti nettarifere. French, in maniera molto più eticamente corretta, vende preparati alimentari con infusioni ed estratti di canapa.

 

Nei video pubblicati da questo Nicolas Trainerbees invece, possiamo vedere le api “nutrirsi su delle infiorescenze di canapa”. Il video però non dimostra nulla ed è replicabile facilmente con uno dei seguenti stratagemmi:

  1. Mancanza totale di altre infiorescenze: le api possono raccogliere polline di canapa in caso di gravi carenze alimentari; in generale per le api il polline di canapa viene considerato non appetibile a causa delle sue scarsissime qualità nutritive.
  2. Condizionamento: sì, con pazienza ed attraverso delle ricompense è possibile addestrare le api bottinatrici ad eseguire determinati compiti, come ad esempio posarsi su un colore specifico o su un particolare odore.
  3. Una spruzzata di acqua e zucchero: la soluzione decisamente più semplice. Spruzzando l’infiorescenza di acqua e zucchero le api vengono attirate dalla soluzione zuccherina (e non dal fiore della canapa).

Per chi di voi conosce l’inglese, ho trovato anche un’assurda intervista al produttore di CannaHoney.

Infine, sono andato a spulciare un sito americano sul quale viene venduto CannaHoney ed ho scoperto che spesso, per vendere prodotti come questo, le aziende utilizzano una tecnica piuttosto subdola:

Creano un prodotto dall’etichetta più o meno ambigua (pur stando dentro le regole, in modo da non incorrere in pesanti sanzioni per frode alimentare), mentre in rete “casualmente” escono articoli che parlano del prodotto in maniera errata, presentandolo proprio come Miele alla Cannabis o con chissà quali effetti benefici.

Pubblicità del Miele di canapa delle Marche

Esempio di articolo fuorviante, pubblicato nel 2016 e mai smentito/rettificato dai produttori.

 

Questi articoli non vengono MAI rettificati/smentiti dai produttori, quindi se i consumatori si limitano a leggere l’articolo senza andare a leggere la scheda prodotto, vengono di fatto indotti a pensare che si tratti di autentico miele di canapa.

Dalla scheda prodotto leggiamo infatti:

CannaHoney è un miele millefiori naturale, non processato, prodotto da api che hanno raccolto nettare da un’ampia varietà di fiori, e resina da piante di canapa.

Poi ovviamente per infinocchiare ulteriormente i consumatori meno avveduti aggiungono:

CannaHoney è senza glutine e privo di grassi

Notizia bomba: nessun miele contiene glutine o grassi!

Poi chiude con:

CannaHoney non fa dichiarazioni in merito al contenuto di cannabinoidi su questo prodotto.

Ricapitolando: Fare miele con la canapa non è possibile, men che meno utilizzando la resina (non si può produrre alcun miele con la resina). Leggete sempre per bene le etichette e le schede dei prodotti, specialmente prima di sborsare fior di quattrini! Sì, perché un barattolo di questo MILLEFIORI da 170 grammi costa 35 dollari, oltre 200 € al Kg! Spedizione esclusa ovviamente.

Non facciamoci fregare!

Apprezzerei molto vostri commenti e domande su questo articolo! Usate il box dedicato ai commenti per farmi sapere cosa ne pensate. Iscrivetevi al blog o alle nostre pagine Facebook, Twitter, YouTube ed Instagram per avere sempre aggiornamenti in tempo reale!

A presto!

Luca


Riferimenti:

Bibliografia:

Immagini: