Non è mai troppo tardi per parlare di cosa fare dopo una puntura d’ape! Sembra una cosa semplice, ma ci sono molti aspetti che non sono ben chiari in merito alle punture delle api.
Cerchiamo di capirne di più!
QUALI API PUNGONO?
Innanzituttto bisogna sapere che… Non tutte le api possono pungere! Scartiamo gli innocenti:
- le api operaie appena nate: ancora non sono in grado di produrre veleno in quantità sufficienti per decidere di pungervi. Iniziano a farlo dopo due/tre giorni dall’uscita dalla celletta. La quantità massima di veleno viene prodotta dopo due settimane ed è pari a 0,3 milligrammi circa.
- I fuchi: i maschietti non posseggono alcun pungiglione, lo sapevate?
- L’ape regina: sebbene possegga un pungiglione, non è interessata a voi perché il suo target principale sono le altre api regine! Ne parliamo in questo articolo.
Quindi chi sono le colpevoli? Sono tutte le altre api operaie!
E’ una flotta di decine di migliaia di individui, ma non sono affatto aggressive. Non vanno in giro a cercare rogne, tanto per capirci, perché il loro obiettivo primario è la sopravvivenza della colonia, non la guerra a tutto campo.
Adesso vediamo perché talvolta le api decidono di averne abbastanza e di sfoderare il pungiglione.

Mi hai provocato… E mo’ ti pungo! “Bee stings” Di Waugsberg – Opera propria, CC BY-SA 3.0
PERCHE’ LE API PUNGONO?
E’ la loro risposta difensiva oppure offensiva nei confronti di un grave disturbo. Un po’ come se vi dessi un pugno dopo che mi avete spinto a terra!
L’unica differenza è che dopo il mio pugno non mi uccide, mentre un’ape muore pochi minuti dopo la puntura, e il perché lo spiego nel successivo paragrafo.
La particolarità è che la puntura è quasi sempre mortale per l’ape se viene fatta ad un mammifero (come noi umani!) o ad un uccello, e la motivazione si trova nel paragrafo qua sotto.
Quando deve difendersi contro un altro insetto, l’ape ha meno probabilità di morire perché l’esoscheletro della vittima non reagisce come l’epidermide e rende più facile l’estrazione del pungiglione..
IL PUNGIGLIONE
Come è fatto il pungiglione dell’ape? Si compone di tre pezzi: uno stiletto e due lancette.
Lo stiletto è liscio e termina con una punta affilata. Nella parte interna ha due solchi, come delle rotaie, sulla quale scorrono le due lancette. Queste non sono lisce ma terminano con una serie di uncini.
E’ questo il motivo per cui il pungiglione, una volta che penetra dentro la nostra pelle, rimane incastrato.
L’ape, nel tentativo di liberarsi, fa leva con le zampe e finisce per sventrarsi. Dietro di sé, oltre al pungiglione, lascia parte delle sue stesse viscere, le ghiandole del veleno e alcuni pezzi di addome.
Come dicevamo sopra, l’atto “kamikaze” non accade nel caso venga punta un’altra ape, un insetto o un animale (tranne i mammiferi e gli uccelli), perché questi non possiedono un tessuto elastico esterno, come la nostra pelle. Il pungiglione non rimane perciò incastrato.

Ecco il pungiglione d’ape: anche parte dell’addome dell’ape è rimasta attaccata ad esso. “Honey bee stinger” di Steve @ the alligator farm su Flickr, CC BY-SA 2.0.
VELENO D’APE: COS’E’?
Il veleno dell’ape è una sostanza liquida dal colore tendente al giallo opalescente, talvolta può anche essere trasparente.
Contiene dal 55 al 72% di acqua ed ha un odore che ricorda il miele. Al sapore è acido, amaro ed aromatico.
Ha un pH che va dal 4.5 al 5.5 ed è sensibile alla luce ed alle alte temperature, mentre è stabile a quelle basse.
Oltre all’acqua contiene una miscela di numerose sostanze diverse, quali proteine, peptidi, aminoacidi, zuccheri, sali minerali ed altri composti volatili.
La sostanza più importante e maggiormente rappresentata è la melittina, il polipeptide responsabile del dolore che proviamo a seguito della puntura dell’ape.
COME POSSO EVITARE DI FARMI PUNGERE?
Sono due i consigli più importanti che posso darvi:
1. NON FATE MOVIMENTI BRUSCHI!
E sapete perché? Dipende tutto dalla vista delle api!
Le api vedono a rallentatore, per capirsi, ma riescono a mettere a fuoco molto bene gli oggetti che si muovono molto velocemente. Per l’uomo è l’esatto contrario: vediamo bene le cose che vanno piano, mentre quelle veloci ci risultano difficili da inquadrare.
Quindi, se vedete un’ape ronzarvi attorno, NON TENTATE DI SCACCIARLA VIA CON LE MANI!
Rimanete fermi e tranquilli: per lei diventerete tanto interessanti quanto una carta da parati!
Se invece inizierete a muovere velocemente le mani, potreste diventare il suo target… Anche se è molto più facile che la spaventiate e voli via per il panico!
2. ANDIAMO A VEDERE QUELL’ALVEARE!
No, non fatelo se non siete accompagnati da un apicoltore o da un’apicoltrice esperti.
Soprattutto non passare MAI DAVANTI AGLI ALVEARI a distanza molto ravvicinata.
La zona del predellino di volo, vale a dire l’entrata all’alveare, è presidiata dalle api guardiane. Il loro compito è come quello dei buttafuori all’entrata della discoteca: fanno entrare le api che appartengono alla loro famiglia e chi non è in lista, viene cacciato via.
E voi non siete sicuramente sulla lista!
PUNTURA D’APE: COSA FARE?
Ecco, arriviamo al post-puntura! Sicuramente state sentendo (o avete sentito!) un gran male nella zona corporea colpita dal pungiglione dell’ape.
Adesso vi mostriamo passo passo alcune cose molto importanti da fare.
RIMUOVERE IL PUNGIGLIONE DELL’APE
Osservate attentamente la zona dove l’ape vi ha punto. Sicuramente sarà rossa, gonfia e inizierete a sentire del calore.
Rispondete a questa domanda: c’è qualcosa di estraneo sulla pelle?
Se non vedete alcunché, passate al punto 2.
Se vedete qualcosa che sporge dalla zona della puntura, molto probabilmente si tratta del pungiglione!
Prendete un dito ed appoggiate l’unghia vicino al pungiglione, ma non schiacciatelo! Finirete solo per iniettarvi il veleno che è rimasto dentro alla sacca.
Passate l’unghia sulla puntura e rimuovete il pungiglione, con molta delicatezza.
RAFFREDDATE LA PUNTURA
Il raffreddamento della puntura vi permetterà di ridurre sia il fastidio che il dolore. Potete usare:
- Ghiaccio in cubetti: non a contatto diretto con la pelle o finirete per farvi ancora più male!
- Ghiaccio in spray, fasce raffreddanti e così via.
- Un impacco a base di una parte di aceto e due parti di acqua.
- Alcol.
APPLICARE UN RIMEDIO/FARMACO
Per facilitare la guarigione si possono usare:
- Strisce di cipolla.
- Tintura di propoli.
- Medicinali in crema, acquistabili in farmacia o sotto prescrizione del medico.
La puntura dovrebbe così guarire nel giro di poco tempo, massimo un giorno. Il dolore decresce già dopo qualche minuto, sebbene all’inizio sia abbastanza intenso, e quasi sicuramente il giorno dopo avrete un bel prurito!
Resistete all’impulso di grattarvi più che potete, oppure siate molto gentili con la vostra cara puntura di ape, altrimenti finirete per ferirvi e scatenare un’ulteriore infiammazione!

Il volto è una delle zone più sensibili alle punture di ape… Meglio farsi visitare subito da un medico!. “Bee Sting Gone Bad” di OakleyOriginals su Flickr, CC BY 2.0
REAZIONE ALLERGICA?
Come si fa a sapere se si è allergici ad una puntura d’ape o meno? L’unica persona affidabile che può darvi una risposta si chiama ALLERGOLOGO. Un dottore specializzato in allergologia è in grado di testare la vostra resistenza a diversi fattori allergici.
A meno che non vogliate testarlo sul campo, ma non è consigliabile!
Ci sono due tipi di reazioni allergiche alle puntura d’ape:
Reazione locale: dopo una puntura il rossore non si localizza ma si espande alle estremità della zona colpita. Il gonfiore può essere molto doloroso e può persistere per un lungo periodo di tempo.
Ne so qualcosa, perché questo è il comportamento del mio corpo a seguito di una puntura di ape, specialmente sulle gambe. Talvolta mi accade anche con le punture di zanzare e dei ragnetti casalinghi.
Il mio consiglio personale è quello di avere sempre in casa del ghiaccio (tanto!) e un medicinale in crema acquistabile in farmacia sotto il consiglio del vostro medico.
Qui sotto potete vedere il raffronto tra la mia mano sinistra, sana ed intatta, e quella destra, sotto l’effetto di una puntura d’ape.
Reazione generale: pochi minuti dopo la puntura si hanno i primi sintomi, quali tremori, vomito, nausea e mancanza di fiato. I sintomi maggiori sono rossore, gonfiore e pruriti, e possono essere accompagnati da un forte gonfiore della faccia. Nello scenario peggiore la circolazione sanguigna può collassare: siamo in shock anafilattico.
Questo caso è gravissimo: chi sa di essere allergico alle punture di ape deve sempre avere con sé il kit di pronto soccorso, da usare tempestivamente.
E GLI APICOLTORI COME FANNO?
Come facciamo noi apicoltori? Stiamo ben attenti a non infastidire troppo le nostre api! Ovviamente siamo ben più esposti alle punture di ape rispetto a chi non svolge questo lavoro/ha questo hobby.
Sembra però che chi è a contatto stretto con le api si desensibilizzi alle punture di ape e rischi meno di sviluppare un’allergia al suo veleno, vale a dire che nel tempo più veniamo colpiti, più la nostra pellaccia si fa dura!
Allo stesso tempo però conosciamo alcuni apicoltori ed apicoltrici che sono allergici o che lo sono diventati nel tempo… In ogni caso, bisogna essere sempre ben protetti e, nel caso le nostre api decidano di scatenarsi contro di noi, sapere bene come reagisce il nostro corpo e comportarsi di conseguenza!

Qui indossavo la mia prima tuta da apicoltrice… Ah, che tempi! Ed ancora nessuna puntura nel mio registro!
Apprezzerei molto vostri commenti e domande su questo articolo! Usate il box dedicato ai commenti per farmi sapere cosa ne pensate. Iscrivetevi al blog o alle nostre pagine Facebook, Twitter, YouTube ed Instagram per avere sempre aggiornamenti in tempo reale!
A presto!
Silvia
IMMAGINI:
- Copertina: Originale “Bee stings” Di Waugsberg – Opera propria, CC BY-SA 3.0 riadattata dall’autore dell’articolo e distribuita con licenza CC BY-SA 3.0
FONTI:
- Bee Venom: Production, Composition, Quality
- “Le Api. Biologia, allevamento, prodotti” di Alberto Contessi, Edizioni Federagricole
Marco (Borgo Rufo)
Grazie Silvia, mi hai fornito utili argomentazioni da utilizzare con il vicinato e preziosi consigli su come gestire le mie prossime punture! 😉
Silvia
Grazie mille Marco 🙂
Paolo
Grazie Silvia, sono indicazioni e consigli molto utili, sopratutto per uno come me che è alle prime esperienze con un’apicoltura hobbistica (ho preso da qualche mese 3 arnie e sto cercando di imparare e per adesso trovo tutto molto affascinante e stimolante.) Seguo il vostro blog e ti devo fare i complimenti per come spieghi le cose nei vostri video, hai una voce molto chiara e convincente, è un piacere ascoltarti.
A presto
Paolo
Silvia
Ciao Paolo, grazie mille! Come sta andando con le api? 🙂
Antonio
Salve, grazie per le informazioni. Avendo 2 arnie la mia domanda è ka seguente: ma usando le protezioni apposite (guanti, maschera e giacca) il rischio si riduce molto o si è comunqie sottoposti sicuranente a qualche puntura? Grazie.
Silvia
Ciao Antonio! Le protezioni riducono di molto la probabilità di essere punti dalle api. Ridurre molto non vuol dire che il rischio venga totalmente annullato.
Se pensi di essere allergico (o sai già di esserlo), ti consigliamo di rivolgerti al tuo medico per tutte le precauzioni del caso e di stare molto attento.
Grazie mille per il commento! Silvia 🙂
Anonimo
Oltre al rossore mi è rimasto un puntino bianco cosa è?
Silvia
Probabilmente è solo il punto dove il pungiglione dell’ape è entrato dentro la pelle, ma non mi spingo oltre 🙂 Se sei preoccupata/o recati dal dottore. Grazie per il commento, Silvia