Non esiste in realtà una risposta breve a questa domanda, sarebbe un po’ come chiedersi se gli esseri umani sono pericolosi.

Potenzialmente potremmo dire di sì, nel senso che un alveare pronto ad aggredire può creare seri danni ad una persona, specialmente se si tratta di qualcuno particolarmente sensibile al veleno degli imenotteri. La realtà però è che se cerchiamo su internet “incidenti mortali api” troviamo solamente una sfilza di articoli di cronaca su anziani che si sono andati a schiantare con l’ape car…

È vero allo stesso modo che, come emerge da questo video che ho girato alla fine di una visita agli alveari, se prese nel modo giusto e al momento giusto, le api sanno essere apparentemente docili e per nulla aggressive, a maggior ragione se ci presentiamo con qualche goccia di miele:

 

Chi si avvicina al mondo dell’apicoltura, consultando i testi di riferimento, comprende subito quanto siano numerose le variabili che possono rendere le api più o meno irascibili, solo per citarne alcune:

  • Periodo della giornata (meglio visitare l’alveare quando le bottinatrici sono fuori a raccogliere, quindi quando ci sono meno api a presidiare i favi).
  • Clima (le giornate ideali sono quelle primaverili ed estive, soleggiate, non umide e senza vento).
  • Eventuale orfanità della colonia (la mancanza della regina può innescare meccanismi di difesa un po’ sopra le righe).
  • Condizioni di stress generiche (scarsità di nettare, presenza di malattie, ecc.).
  • Operazioni maldestre dell’apicoltore (uccisione accidentale di api durante le ispezioni, apertura del nido con temperature esterne troppo basse, ecc.) .

Chi invece non pratica l’apicoltura ma vive in campagna, spesso ha imparato a sue spese almeno una volta nella vita quale sia il prezzo da pagare quando si infastidisce un alveare.

La nostra ape mellifera ligustica  (o ape italiana), è uno fra i ceppi più docili presenti in circolazione. All’opposto troviamo invece l’ape africanizzata (o ape assassina) che pur non essendo diffusa in Italia, rappresenta un vero problema in quanto gli alveari risultano inavvicinabili e le api posseggono un’aggressività senza paragoni.

Se ci si trova ad avere un incontro ravvicinato con delle api nostrane, magari durante un bel pic nic all’aperto, è bene quindi sapere che sono attratte dalle sostanze zuccherine e che non hanno alcun interesse a pungerci.

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Lavorare senza guanti concede maggior comodità durante le ispezioni e spinge a lavorare in maniera più pulita, se si vogliono evitare le punture!

 

Le api sono infastidite dai movimenti bruschi, come quelli che abitualmente si fanno per scacciare gli insetti con la mano. Evitate quindi di farlo. È più che sufficiente ignorarle, oppure spostarsi sempre senza fare scatti/scappare via come dei forsennati.

Detto questo, concludo dicendo che lavorare con le api ci permette di imparare a conoscerle ma anche di imparare a rispettarle. Ci aiuta a rimanere coi piedi per terra, perché nonostante si senta sempre più spesso parlare di “ape domestica”, in realtà stiamo pur sempre lavorando con un animale selvatico.

Spesso infatti è proprio quando prendiamo confidenza col lavoro e pensiamo di poter lavorare senza protezioni che arriva immancabilmente la puntura.

Prossimamente, come da richiesta da parte di alcuni lettori, parlerò più nello specifico del sistema di difesa delle api, si parlerà quindi del pungiglione e delle punture.

Vi lascio ora con un video che ho girato l’altro giorno durante la pulizia di fine stagione. Stavo facendo asciugare i favi sul terrazzo dato che era uscita una bella giornata di sole, e mentre ho iniziato a grattare via la propoli dai melari per poterli riporre, alcune api del circondario devono aver sentito l’odore del miele e della cera, morale della favola: nonostante sia Novembre mi sono ritrovato a lavorare ancora una volta in compagnia delle api in una bella giornata di sole all’aria aperta.

 

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A presto!

Luca